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15°Congresso annuale sul tumore della mammella Focus di due giorni a Catania

Si è tenuto a Catania il 29 e 30 novembre il 15° Congresso annuale sul tumore della mammella “Ottimizzazione nella gestione della patologia mammaria”, organizzato da Humanitas Centro Catanese di Oncologia. L’evento, che ha visto come responsabili scientifici il dr. Francesco Caruso, Direttore del Dipartimento Oncologico e Responsabile dell’U.O. di Chirurgia Oncologica, ed il dott. Michele Caruso, Responsabile dell’U.O. di Oncologia Medica e della Ricerca clinica di Humanitas Centro Catanese di Oncologia, è stato aperto da una lettura magistrale sul rapporto tra immunità, informazione e insorgenza del cancro, a cura del Prof. Alberto Mantovani, scienziato di fama internazionale, Direttore Scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano.
Diverse le sessioni che hanno contraddistinto la due giorni. La prima, “Lesioni mammarie B3” è stata moderata dai dott. Gaetano Castiglione, Francesco Pane e Antonio Rizzo, rispettivamente chirurgo senologo e Coordinatore clinico Breast Centre, Resp. le Servizio di Diagnostica Senologica, Resp. le Servizio di Anatomia Patologica di Humanitas Centro Catanese di Oncologia; la prof.ssa Simonetta Bianchi (Università degli studi di Firenze), la dr.ssa Daniela Bernardi (Istituto Clinico Humanitas Milano), il dott. Gianfranco Scaperrotta (Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) ed il prof Giovanni Tazzioli (Policlinico di Modena), professionisti di prestigiosi centri italiani che hanno affrontato gli aspetti anatomo-patologici, diagnostico-strumentali e terapeutici di tali patologie, di difficile inquadramento, da considerare vero e proprio punto di passaggio fra la patologia benigna ed il tumore maligno.
La seconda sessione, quella relativa alla “Malattia metastatica” ha visto l’esposizione delle terapie più efficaci per il trattamento del tumore in fase più avanzata, con autorevoli interventi tra i quali quello del dott. Andrea Girlando, Responsabile dell’U.O. di Radioterapia di Humanitas Centro Catanese di Oncologia.
L’ultima terza sessione ha affrontato il tema dell’inquadramento genetico e del trattamento delle “pazienti ad alto rischio” ed è stata moderata dal dott. Mario Taffurelli, chirurgo generale al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, dalle dr.sse Valentina Calò e Carmela Amato, rispettivamente genetista e chirurgo generale (Azienda Ospedaliera Giaccone di Palermo), quest’ultima presente anche in qualità di rappresentante di Europadonna, tra le associazioni femminili impegnate al fianco dei medici nella lotta al cancro.
“Quello dell’inquadramento genetico e del trattamento delle pazienti ad alto rischio è un argomento di grandissima attualità – ha spiegato il dott. Francesco Caruso – che coinvolge, sia sul piano fisico che emotivo, tutte quelle pazienti che, portatrici di mutazioni genetiche, risultano ad altissimo rischio di insorgenza di neoplasia mammaria ed ovarica”.

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Dopo un inquadramento genetico da parte del dott. Fabio Guarnaccia Genetista di Humanitas Centro Catanese di Oncologia, sono stati affrontati gli aspetti chirurgici, siano essi mammari, dal dott. Lucio Fortunato dell’Azienda San Giovanni Addolorata di Roma, che ovarici, dal dott. Domenico Vitobello dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano, per passare quindi a quelli, fondamentali, di tipo psicologico, riportati dalla dr.ssa Stefania Rao (Humanitas Centro Catanese di Oncologia).
Ampio spazio poi, alla figura della “Breast Nurse”, ovvero l’infermiera di senologia, discussa dalla dr.ssa Giusy Arancio di Humanitas Centro Catanese di Oncologia ed al ruolo fondamentale delle associazioni, che raccolgono al loro interno le donne operate per cancro alla mammella e quelle portatrici di mutazioni genetiche, come è stato riferito dalle presidenti de Il Filo della Vita e aBRCadaBRA, Enza Marchica e Ornella Campanella.
“L’oncologia sta attraversando un momento di grande innovazione in cui una sempre maggiore integrazione tra ricerca clinica e traslazionale si traduce nello sviluppo e utilizzo di farmaci a bersaglio molecolare che hanno cambiato e allungato la sopravvivenza – aggiunge il dott. Michele Caruso. Oggi, prendersi carico di una paziente con tumore della mammella, in particolare in alcuni sottogruppi come le pazienti con espressione di HER2 o quelle definite triplo negative, da parte di un team di senologia dedicato, competente e qualificato, può ottenere – conclude – una differenza di sopravvivenza e di guarigione che va ben oltre il già noto 18% di cui si parla sempre”.
L’evento scientifico ha incluso anche un workshop con focus su molteplici aspetti del tumore mammario.
In foto di copertina da sinistra Dottor Francesco Caruso e il Dottor Michele Caruso

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