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L’offensiva nel Donbass si intensifica, crescono le perdite russe

L’offensiva nel Donbass si intensifica, crescono le perdite russe

L’offensiva nel Donbass si intensifica e particolare attenzione è riservata a Severodonetsk, città dell’Est ucraino, nella regione di Lugansk, che appare essere l’obiettivo di Mosca. La guerra in Ucraina continua, ma secondo l’intelligence britannica in tre mesi di conflitto la Russia probabilmente conta un numero di vittime simile alle perdite dell’Unione Sovietica durante i nove anni di guerra in Afghanistan. Sul campo, in base all’ultimo aggiornamento dello Stato Maggiore delle forze armate ucraine, nella direzione di Donetsk, l’esercito russo “non smette di cercare di sfondare le difese delle truppe ucraine e raggiungere i confini amministrativi dell’oblast di Lugansk”. Gli sforzi russi, secondo lo Stato maggiore ucraino, sono concentrati nella direzione dell’insediamento di Siverodonetsk e il fuoco è stato aperto anche sulle infrastrutture nelle aree degli insediamenti di Lyman, Ozerne e Dibrova.
“Nei primi tre mesi della sua ‘operazione militare speciale’ – afferma l’intelligence britannica nel suo ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito -, la Russia ha probabilmente subito un bilancio delle vittime simile a quello vissuto dall’Unione Sovietica durante i suoi nove anni di guerra in Afghanistan”. Secondo l’intelligence di Londra, quindi, c’è una combinazione di fattori, tra cui “scarse tattiche di basso livello”, copertura aerea “limitata”, “mancanza di flessibilità” e un approccio di comando che porterebbe a “rafforzare i fallimenti e ripetere gli errori”. Tali fattori avrebbero “portato a questo alto tasso di vittime, che continua ad aumentare nell’offensiva del Donbass”. “Il pubblico russo, in passato, si è dimostrato sensibile alle vittime subite durante le guerre”, si legge ancora nel rapporto dell’intelligence, secondo cui man mano che le vittime in Ucraina aumentano “l’insoddisfazione pubblica per la guerra e la volontà di darne voce potrebbero crescere”. Intanto l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha reso noto che, nel mondo, il numero di persone costrette a fuggire da conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani e persecuzioni ha superato per la prima volta il record di 100 milioni. Un dato che, come spiegato dall’agenzia dell’Onu per i rifugiati, è stato spinto dalla guerra in Ucraina e da altri conflitti. “È un record che non avrebbe mai dovuto essere stabilito”, ha affermato l’alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi. Secondo i dati dell’UNHCR, quest’anno la guerra in Ucraina ha provocato 8 milioni di sfollati all’interno del Paese e sono state registrate oltre 6 milioni di persone fuggite dall’Ucraina. “La risposta internazionale alle persone in fuga dalla guerra in Ucraina è stata in grande maggioranza positiva”, ha aggiunto Grandi, secondo cui è necessaria “una mobilitazione simile per tutte le crisi nel mondo” anche se “l’aiuto umanitario è un palliativo, non una cura” in quanto “per invertire questa tendenza l’unica risposta è la pace e la stabilità”.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

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