HELSINKI – La sinistra ha vinto veramente per pochi punti percentuali le elezioni politiche in Finlandia – e potrebbe tornare a guidare il governo dopo 20 anni – con un vantaggio risicato sui populisti dei Veri Finlandesi, che hanno mancato un clamoroso trionfo per una frazione di punto. Il Partito socialdemocratico (Sdp), guidato di Antti Rinne, ha ottenuto il 17,7% rispetto al 17,5% dei ‘Veri Finlandesi’, gli alleati di Matteo Salvini, che esulta: “Gli amici ‘populisti’ del Partito dei Finlandesi diventano secondo partito in Finlandia!!! Il 26 maggio, insieme alla Lega, finalmente si cambia l’Europa”, ha affermato il vice premier e ministro dell’Interno. Secondo i calcoli dei media locali, ai socialdemocratici vanno 40 seggi e ai Veri Finlandesi 39.
A guidare il Paese dovrebbe essere l’ex sindacalista socialdemocratico Rinne. La maggioranza dei finlandesi avrebbe puntato sulla lotta al cambiamento climatico e sulla difesa del generoso modello di welfare invidiato in tutto il mondo, ma indebolito da anni di austerità sotto il governo di centrodestra dell’ex premier Juha Sipila. Sipila si era dimesso il mese scorso proprio dopo la bocciatura della sua riforma sanitaria, che voleva ridurre sensibilmente i costi per la salute. E anche le urne hanno confermato che le sue ricette non sono state apprezzate: il suo partito di centro è quarto, dietro anche ai conservatori.
Rinne, invece, in campagna elettorale ha puntato su un rafforzamento dello stato sociale, promettendo tra le altre cose di aumentare le pensioni di 100 euro al mese per fare uscire dalla povertà oltre 55mila persone. Inoltre, non ha avuto paura di chiedere un aumento delle tasse, che sono già tra le più alte in Europa, con un’aliquota massima per le persone fisiche di oltre il 51%. In un Paese, tra l’altro, in cui c’è un’aspettativa di vita tra le più alte Europa (gli over 65 superano il 21% della popolazione), con evidenti conseguenze sulla spesa pubblica.