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Palermo: Confcommercio, allarme usura e abusivismo per imprese terziario

A Palermo è sempre l’usura la principale preoccupazione per le imprese del terziario, tanto più dopo il periodo di crisi legato alla pandemia e alla grave crisi economica. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita (per il 25,9%, seguito dall’abusivismo con il 15,8%). Inoltre, è più accentuato a Palermo il dato sull’aumento dei furti (21,6% rispetto al dato nazionale del 19,8%). Ma a fronte di una maggiore consapevolezza diretta di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività (31,9% contro una media nazionale del 21,4%), il 65,9% delle imprese ritiene che i tentativi di estorsione vadano denunciati (la media nazionale è del 59,4%). I dati sono contenuti nell’indagine, realizzata in collaborazione con Fonte Research srl, presentata in occasione della X edizione della Giornata nazionale di Confcommercio ‘Legalità, ci piace’.

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Cresce a Palermo anche la fiducia nell’associazione di categoria che il 16,4% del campione intervistato (13,3% a livello nazionale) ritiene essere un soggetto vicino a commercianti ed imprenditori minacciati dalla criminalità. “Sono lieta – dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo e vicepresidente nazionale con incarico alla sicurezza e legalità – che sia stato percepito in maniera netta l’impegno profuso nell’essere vicino agli imprenditori minacciati dalla criminalità. Purtroppo l’emergenza non è finita, non è un caso che anche quest’anno gli imprenditori percepiscano l’usura come il pericolo più grosso. Sappiamo che la criminalità organizzata si insinua laddove le aziende trovano difficoltà, soprattutto in termini di liquidità. Si può e si deve fare ancora di più per contenere un fenomeno che non soltanto ha un costo per l’economia reale di svariati miliardi di euro all’anno ma che permette alla criminalità organizzata di infiltrarsi nell’economia e di ‘controllare’ il territorio”.

 

 

Dall’indagine emerge anche un altro dato rilevante che riguarda Palermo: il 69% delle imprese si ritiene ‘molto o abbastanza’ penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione (dato superiore alla media nazionale del 65,1% e in linea con il dato del Sud e Isole, 68,9%). “Un fenomeno che denunciamo da tempo – prosegue Di Dio – e che interagisce strettamente anche con il tema del degrado urbano, soprattutto nei centri storici dove gli investimenti delle imprese vengono troppo spesso sviliti o vanificati da bancarelle abusive con merce contraffatta che trovano terreno fertile nelle principali vie turistiche e commerciali. Fenomeno che chiediamo a gran voce che venga arginato, anche per restituire bellezza e decoro ai nostri migliori siti turistici e commerciali”.

L’indagine è stata realizzata tra il 17 febbraio e il 3 marzo 2023 su un campione statisticamente rappresentativo di 3.200 interviste. Il 19,8% degli imprenditori è “molto” preoccupato per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket nella zona in cui opera, dato superiore alla media nazionale del 16,5% e in linea con il Sud dove il dato si attesta al 18,1%. A ritenersi “abbastanza” preoccupato è invece il 37,1% (36,6% media nazionale, 36,4% Sud e Isole). Le forze dell’ordine (38,8%) lo Stato, le amministrazioni locali (21,1%) e le associazioni di categoria (16,4%) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati.

A Palermo il 13,4% delle imprese del terziario percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2022. Il dato è al di sopra della media nazionale, pari al 10,3%, ma inferiore al dato del Sud e Isole pari al 16%. L’84,6% delle imprese di Palermo hanno investito in misure di protezione per la propria sicurezza e quella dei propri clienti, in particolare in sistemi di videosorveglianza e allarmi antifurto. Il 57% delle imprese di Palermo ritiene che le difficoltà economiche (durante e dopo la pandemia), la guerra, il caro energia e l’inflazione dilagante abbiano contribuito “molto e/o abbastanza” ad incrementare i fenomeni criminali (in linea con la media nazionale del 56% e leggermente inferiore al dato del Sud e Isole pari a 61%). Infine il 16,8% delle imprese palermitane ha dichiarato che la qualità della vita è peggiorata nel corso dell’ultimo biennio (valore inferiore alla media nazionale pari al 17,8%). Le principali cause sono imputate alla diminuzione del reddito della popolazione, diminuzione della sicurezza personale e impoverimento dell’offerta formativa.

 

 

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