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Dl fiscale, Ance Catania: «imprese edili a rischio sopravvivenza, abrogare norma sulle ritenute fiscali»

CATANIA – «L’Ance di Catania si unisce alla richiesta di abrogazione dell’art. 4 del decreto fiscale emanato dal Governo pochi giorni addietro: nuova grave sottrazione di liquidità che prevede il versamento diretto da parte del committente (pubblico e privato) delle ritenute per i lavoratori dipendenti impiegati negli appalti e subappalti». Lo dichiara il presidente dei Costruttori etnei Giuseppe Piana con riferimento all’emendamento presentato dall’Ance nazionale – per voce del vicepresidente con delega alla fiscalità Marco Dettori – ascoltata in Commissione Finanze della Camera sul decreto fiscale. «Si preannuncia un impatto grave per le imprese del territorio e per tutta la filiera edile, per questo in sede locale – riferisce Piana – l’Ance Catania si è già mossa sensibilizzando i deputati e i senatori catanesi in tal senso, al fine di richiedere un immediato intervento dei parlamentari in sede di conversione in legge del decreto fiscale».

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L’Associazione Nazionale Costruttori Edili stima, infatti, che la misura «determinerà un costo per le imprese pari a circa 250 milioni di euro all’anno e l’ennesima complicazione burocratica per il settore». Un impatto enorme «che mette a rischio la sopravvivenza delle imprese, all’interno di un contesto che – come sottolinea il presidente dei Costruttori etnei – vede il sistema produttivo già stremato dallo split payment, dai ritardati pagamenti della PA e dall’impossibilità di compensare i contributi assistenziali e previdenziali con i crediti fiscali, secondo quanto previsto dall’art. 4».

L’Ance di Catania attende dunque una forte presa di posizione risolutiva da parte dei parlamentari, vista anche la disponibilità a rivedere la misura fiscale annunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte in occasione dell’assemblea nazionale Ance dello scorso 30 ottobre.

A destare allarme è anche il tema degli indici di crisi delle imprese in vista della definizione delle nuove procedure di allerta. Come auspicato dall’Associazione, «occorre prevedere un periodo sperimentale, rinviando l’entrata in vigore dei nuovi indici, che devono tenere conto delle specificità delle aziende di costruzione, per le quali l’eventuale squilibrio patrimoniale va valutato su più anni, rinviando anche il termine per la nomina degli organi di controllo e dei conseguenti adeguamenti statutari».

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