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Crisi di governo e infrastrutture, Cisl: il ministero non spende, la Regione intervenga

CATANIA – Da una nota della Cisl viene evidenziato che: «Sei miliardi di euro mandati “in economia” solo nel 2018. È quanto ha certificato il consuntivo finale del bilancio dello Stato per il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Lo ha riportato, ieri, IlSole24Ore. Una notizia allarmante e clamorosa, se pensiamo a quanto di quei miliardi serve in Sicilia e a Catania in termini di opere pubbliche. Comunque si risolva la crisi di governo, la Regione intervenga con tutta la sua autorevolezza perché si spendano i fondi destinati alla Sicilia, per fare le opere di cui abbiamo bisogno per la mobilità e per connettere Catania al Mediterraneo e al resto d’Europa». – È il preoccupato appello di Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, rivolto alla Regione Siciliana e ai suoi vertici, alla luce dei recenti eventi politici nazionali.

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«La crisi di governo rischia di avere pesanti ripercussioni sul nostro territorio – spiega – ecco perché ci uniamo alla preoccupazione del presidente Musumeci perché vengano scongiurati gli effetti concreti della crisi, ma anche per opporsi all’incapacità certificata dallo stesso governo di spendere le risorse per le infrastrutture di cui abbiamo enorme bisogno, come documentato dal Sole24Ore».
«Oltretutto – aggiunge il numero uno della Cisl etnea – sempre la stessa indagine condotta dal quotidiano sottolinea che oltre la metà dei fondi andati in economia nel 2018 riguardano proprio la missione principale “infrastrutture pubbliche e logistica”, con 3.038 milioni non spesi su 5.574 disponibili (poi aumentati a 6.012). Mentre per l’altra grande area di spesa del ministero, “diritto alla mobilità e sviluppo dei sistemi di trasporto”, i fondi andati in economia ammontano a 2.590 milioni su 9 miliardi disponibili, anche se vi pesano i 5,1 miliardi per il trasporto locale trasferiti alle Regioni».
«Proprio un mese fa, il 23 luglio – ricorda Attanasio – la Cisl di Catania ha chiamato a confrontarsi gli attori della mobilità locale: dal Porto alla Metropolitana, dall’aeroporto all’Anas, dalla Ferrovia alla rete stradale provinciale, con Regione, Città metropolitana e gli altri livelli degli enti territoriali dei trasporti. Con un solo obiettivo: basta ai tavoli infruttuosi, alle cabine di regia parolaie. Un buon riscontro, in tal senso, è stato l’impegno dell’assessore Marco Falcone che, oltre alle tante opere cantierizzate, ha finalmente sbloccato l’iter per l’avvio dei lavori per rimuovere la frana di Letojanni sull’autostrada Messina-Catania».

Per il segretario della Cisl etnea, «a Catania vanno poi risolte le incognite sulla Catania-Ragusa, sulla ZES Catania-Augusta-Siracusa, sui quasi 2000 chilometri di strade provinciali, sugli investimenti per Porto e Aeroporto, sulle ferrovie, sul trasporto locale e sulla importante e strategica Zona Industriale di competenza regionale». «La Sicilia orientale – sottolinea Attanasio – ha una posizione strategica per i traffici che aumenteranno attraverso il canale di Suez. Oggi più che mai ci vuole concretezza. E autorevolezza. La stessa che chiediamo alla Regione Siciliana nel rivendicare, come lo stesso presidente Musumeci ha dichiarato, “una corsia preferenziale per le grandi infrastrutture siciliane”».

«Come ha ricordato il nostro segretario regionale Sebastiano Cappuccio – conclude Attanasio – in tutta la Sicilia ci sono 12 miliardi di euro per opere da sbloccare. Ecco perché comunque si risolva la crisi di governo, la Regione deve intervenire a livello nazionale e portare avanti il progetto della Consulta regionale per le infrastrutture alla quale la Cisl non farà mancare il proprio sostegno e apporto in termini di proposte e idee. Su questo e su tutto quello che riguarda l’infrastrutturazione della provincia di Catania, chiediamo all’assessore Falcone un incontro per confrontarci sull’agenda regionale dei lavori e avviare una “time-line” delle opere che rappresentano per noi elemento di forte coesione territoriale e sociale con il resto del Paese».

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