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Progetto “Chalermo” di Zō per ridurre la distanza culturale fra centro e periferia

Grazie al progetto socio-culturale, che ha visto come capofila Zō Centro Culture Contemporanee di Catania, sono state numerose le attività di musica, teatro e narrazione realizzate con la cooperativa sociale Onlus Prospettiva di San Giovanni Galermo, periferia nord di Catania

CATANIA – L’attività culturale non può prescindere dai suoi fruitori ed una corretta attività culturale non può non cercare di allargare i propri confini e i propri ambiti di riferimento. Zo Centro Culture Contemporanee di Catania – da più di 20 anni spazio per la programmazione e la produzione nell’ambito della musica, delle arti performative, della scrittura e delle arti visive – è da sempre attenta anche alla dimensione sociale della cultura e da qui è nato “Chalermo”, un progetto di rivitalizzazione urbana delle periferie, focalizzato sul quartiere di San Giovanni Galermo, periferia nord di Catania, che si è concluso da poco dopo alcuni mesi di intensa e proficua attività. Il progetto “Chalermo” è stato finanziato dal Ministero della Cultura attraverso l’iniziativa “Palcoscenico Catania, la bellezza senza confini!” promosso dal Comune di Catania finalizzato a portare la cultura anche nelle periferie e nei centri storici più difficili. Il progetto ha visto come capofila Zō Centro Culture Contemporanee, in collaborazione con la cooperativa sociale Onlus Prospettiva, l’associazione Culture Possibili, l’associazione Darshan, il collettivo multidisciplinare Mammasonica e la compagnia teatrale francese Cie AnteprimA.
“Chalermo”, che è uno degli antichi nomi di San Giovanni Galermo, è stato un progetto multidisciplinare di rivitalizzazione urbana che ha utilizzato linguaggi culturali e performativi anche con degli scopi sociali. Il quartiere di indagine è stato quello di San Giovanni Galermo e la collaborazione principale è stata con la cooperativa sociale Onlus Prospettiva, da anni attiva nel quartiere con un lavoro sui ragazzi del quartiere ma anche sui ragazzi migranti. Le altre partnership coinvolte, vedi per esempio Culture Possibili, hanno all’attivo un lavoro di anni sull’inclusione. “Chalermo” è stato un progetto multidisciplinare che ha seguito vari percorsi, quello teatrale, quello musicale, quello narrativo.

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Sul fronte teatrale sono stati realizzati dei workshop con la compagnia torinese Stalker Teatro, da anni attiva con i loro spettacoli e i loro laboratori sul discorso delle periferie. Un’altra collaborazione importante sulla scrittura creativa è stata con la compagnia teatrale italo-francese Cie AnteprimA diretto dall’attrice e regista Antonella Amirante, anche loro molto attivi con i loro spettacoli sulla questione dell’inclusione. Un’altra collaborazione è stata con Culture Possibili – che sperimenta nel campo dell’attività teatrale e sostiene l’integrazione di persone con disabilità – con tanto di performance finale nella sede di Prospettiva con i loro ragazzi, che ha coinvolto anche il gruppo teatrale Note di Colore. Nella sede della cooperativa sociale è stato realizzato un workshop di arti circensi con gli attori-clown della compagnia Teatro Necessario.

 

Lo scorso 9 dicembre alcuni ragazzi di Prospettiva hanno incontrato il musicista Max Casacci, tra i fondatori dei Subsonica, perché per un mese avevano collaborato a distanza con lui fornendogli le registrazioni prese dal vivo nel loro quartiere e che sono confluite nel brano “The sound of Balatelle” assemblato e prodotto da Casacci che lo ha poi eseguito per la prima volta da Zo Centro Culture Contemporanee la sera del 9 dicembre. Lo scorso 17 dicembre, poi, è stata l’attrice e regista Licia Lanera, fresca vincitrice di Premio Ubu per la regia, a tenere un incontro di narrazione collettiva con i ragazzi di Prospettiva.
Tutta una serie di attività volte a mischiare i pubblici e i contenitori, a fornire competenze, in modo da ridurre la “distanza” l’accesso culturale fra San Giovanni Galermo e Catania, fra centro e periferia di un grande agglomerato urbano.

 

 

 

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