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Lezione sulla Mafia di Pippo Fava con Roberto Disma al Centro Zo

CATANIA – Un attore, una piccola orchestra di archi e il pubblico che alla fine non smette di applaudire. Dopo il religioso silenzio mantenuto durante l’intera performance la sera di giovedì 29 novembre al Centro Zo, Catania ha accolto l’ennesimo lavoro teatrale di Roberto Disma a braccia aperte. Anche se stavolta, per quanto possa sembrare strano – il giovane artista si è distinto negli ultimi due anni per i lavori prevalentemente inediti della sua compagnia Teatro alla Lettera – non è un lavoro suo. Infatti, Lezione sulla mafia è un recital tratto dall’ultimo discorso che il giornalista Pippo Fava tenne il 22 dicembre 1983 a Palazzolo Acreide, due settimane prima che venisse assassinato. Un’analisi storica, sociologica e attualissima del sistema mafioso, che non risparmia la politica, le banche, le imprese di finanza, passando dal traffico della droga, alle armi, ai voti da dirottare da destra a sinistra. “Perché la mafia è sempre dalla parte del potere, non può mai essere in opposizione” recita Disma, con un’interpretazione che sembra raffigurare la voce di un popolo esausto che continua a lottare. Ma anche una lezione di speranza, di libertà, queste parole assumono quasi una sacralità durante uno spettacolo particolarissimo.

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D’altronde, la standing ovation non è andata per un’interpretazione “normale”. Oltre a Disma, l’eccezionale esecuzione dei giovani musicisti dell’orchestra MusicaInsieme a Librino ha caricato e riscaldato la sala sin dal primo momento. “Sono loro i protagonisti della serata” tende a precisare Disma, in conclusione dello spettacolo. E lo ribadisce anche a noi.

MusicaInsieme è un progetto meraviglioso, giovanissimi musicisti che dimostrano quanta bellezza possa nascere da un quartiere come Librino. Ben avviati e diretti, grazie al lavoro di Valentina Caiolo. Portiamo in scena questo spettacolo da gennaio di quest’anno e non esagero se dico che, lavorare con loro, ogni volta è un’emozione nuova.

 Questo progetto da chi è nato, come, perché?

Un merito particolare spetta alla Fondazione “Giuseppe Fava”, è grazie a persone come la professoressa Ciancio e Nello Gibilisco che Teatro alla Lettera e MusicaInsieme a Librino hanno potuto unire le forze a avviare una collaborazione validissima. Poi, lo ripeto, il merito principale è per i giovanissimi di MusicaInsieme; autentici, vivaci, con una creatività che gli adulti tendono a trascurare troppo spesso e una speranza ancora fortissima. Insomma, forse non se ne rendono conto, ma sono più artisti loro che molti colleghi più avanti con l’esperienza e con l’età.

 A proposito di età: come ti senti ad essere il più anziano in scena?

Non capita spesso, lo ammetto, però non è certo la prima volta! Ricordo che Teatro alla Lettera è composta da giovani e si rivolge a loro. Anche per la prima de “Il Principe Galeotto” ero il più anziano.

 Manca un mese alla fine del 2018, in quest’anno hai collaborato con enti come la Fondazione Fava e la Sorbona di Parigi, un tuo lavoro è stato selezionato al Premio Ubu e hai persino girato un film. Nel frattempo, hai pubblicato il quarto romanzo e hai vinto il Premio Nazionale Angelo Musco. Le sorprese sono finite?

Ovviamente no! Sabato 8 dicembre sarò ospite alla manifestazione “Più libri, più liberi” di Roma proprio per “La duchessa di Leyra”, il quarto romanzo. Per l’anno nuovo, posso dire subito che io e Valentina Sinagra saremo in scena a gennaio con l’inedito “Algide Confessioni”, tratto dall’omonima raccolta di novelle di Algido Russo. Per il resto, il lavoro sulla tematica dei rifugiati non è affatto terminato: mentre lo spettacolo “La ragazza di Mezra” e il film “Cristo si è fermato a Tripoli” continuano la corsa per divulgare il loro messaggio sociale, ognuno nel suo ambito, bolle in pentola un altro prodotto.

Dopo lo spettacolo di prosa e il film documentario, non si stupirebbe nessuno se facessi un album musicale.

Nel caso in cui l’intervistato ricorra alle imprecazioni, lo censurate?

 Naturalmente.

Allora un abbraccio, saluti e baci!

 

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