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I luoghi della cultura dell’Università di Catania affascinano i visitatori

In migliaia al Museo di Zoologia e al Palazzo centrale per il Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane e le sale del Rettorato per le Giornate Fai di Autunno

CATANIA – Hanno invaso alcuni “luoghi della cultura” dell’Università di Catania affascinati dall’aula magna e dalle sale del Rettorato, con i suoi “simboli” come il gonfalone dell’Almo Studio, e dalle collezioni artistiche, scientifiche e antropologiche, oltre che dall’elefante nano, del Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane al Palazzo centrale.
E, inoltre, grandi e piccoli, al Museo di Zoologia sono rimasti incantati dall’esposizione “open” di leoni e zebre, cervi e daini, elefanti e tigri, orsi e scimmie, colibrì e uccelli rapaci oltre al capodoglio “volanti”.
Una “sete” di cultura che ha richiamato in appena due giorni (sabato 16 e domenica 17 ottobre) quasi duemila visitatori, catanesi e turisti di ogni età che hanno potuto esplorare e riscoprire alcune delle infinite bellezze culturali dell’Università di Catania grazie alle Giornate Fai di Autunno.

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Al Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane, al piano terra del Palazzo centrale di piazza Università, i visitatori sono rimasti entusiasti per l’esposizione dello scheletro di una femmina di questo curioso pachiderma pigmeo, il Palaeoloxodon Falconeri, alto appena un metro, una specie endemica proprio per la sua inusuale statura che fino a 500mila anni fa viveva in Sicilia e a Malta. Un esemplare del più piccolo elefante mai esistito sulla Terra proveniente dalla grotta di Spinagallo a Siracusa.
Ma non solo. Oltre al simbolo di Catania, “u liotru”, i visitatori, proprio all’ingresso del Palazzo centrale, realizzato nel 1696 su disegno degli architetti Francesco e Antonino Battaglia e Giovan Battista Vaccarini, hanno esplorato il cortile interno a forma di chiostro. E ancora, accedendo al “museo” al piano terra, il piccolo assaggio delle collezioni artistiche, scientifiche e antropologiche custodite nei vari dipartimenti dell’Ateneo e la mostra “Etna 1669” dedicata al vulcano, a cura della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania, con in bella mostra il particolare plastico della “Muntagna”.
Al piano nobile, invece, sono state aperte al pubblico l’aula magna affrescata da Giovan Battista Piparo con un arazzo con lo stemma della dinastia di Aragona e le sale del Rettorato con il gonfalone dell’Almo Studio, la “mazza del rettore” e i vassoi in argento donati dalle dame catanesi all’ateneo in occasione delle celebrazioni del V centenario dalla sua fondazione nel 1434. Nelle sale del Rettorato i visitatori hanno potuto visionare anche documenti storici e i ritratti dei docenti e personaggi illustri catanesi che hanno svolto un ruolo importante nella storia dell’ateneo.

Tantissime famiglie, con tanti piccoli “esploratori”, invece, hanno scoperto il “nuovo” Museo di Zoologia – riconsegnato alla città nel luglio scorso dopo gli interventi di ammodernamento e di allestimento basati sui più moderni principi della museologia zoologica – con l’Elefante “Africano”, donato alla città di Catania nel 1889 dall’imperatore d’Etiopia Menelik II, nel ruolo di protagonista della struttura museale ospitata dal 1922 nell’edificio in stile Liberty di via Androne 81. Un museo zoologico, il più antico in Sicilia, fondato nel 1853 dal prof. Andrea Aradas, allora nei locali del Palazzo centrale dell’ateneo catanese.

«La risposta dei visitatori è stata più che positiva, in migliaia hanno visitato le nostre strutture, segno chiaro della voglia di scoprire i luoghi della cultura della nostra università e della nostra città dopo la crisi pandemica – ha spiegato la prof.ssa Germana Barone, delegata al Sistema museale d’Ateneo -. Il risultato di oggi premia, inoltre, la sinergia tra istituzioni e associazioni, come il Fai. Grazie a queste collaborazioni è possibile valorizzare e rilanciare ulteriormente il patrimonio culturale di Catania con evidenti ricadute su tutto il territorio».

 

 

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