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Da Marx agli angeli passando per Lacan

Il tema della rappresentazione del Reale, la sua conclamazione nel sociale, è oramai tema discusso, oserei dire abusato, in ogni riflessione filosofico-semiotica-sociologica pertinente agli ultimi lustri di secolo. Dal cinema al fumetto, passando per dibattiti, tavole rotonde e non so cos’altro è tutto un argomentare (nella sostanza) ’sta patata qua. Anyway. Da dove comincio? Da Marx? Un bel ready-made condiviso? Dal fatto che il denaro è un’incarnazione di un sistema di rapporti sociali? Il denaro è “Reale”? La risposta è NO. Sappiamo cosa Marx intende per “feticismo della merce”? Ovvero lo spostamento del sistema di relazioni feticistiche, un tempo fra individui (vassalli, re e plebi che instauravano rapporti feticistici di scambio legati allo “status”), che nelle società dei consumi viene delegato alla merce, al denaro che ne simboleggia la sua realtà materiale. Lacan lo definì “synthome”. Ora, siamo alla “reificazione” marxiana, ovvero al fatto che al di sotto del rapporto fra le “cose”, scorrono, “traumatizzati”, quelli che un tempo erano i rapporti sociali fra soggetti “umani”. Ma anche un bambino è consapevole del fatto che una banconota non rappresenta realmente un “valore” (paradossalmente però una banconota da dieci euro nuova di zecca e una consunta hanno lo stesso potere d’acquisto, quindi il denaro è mera funzione simbolica), e dunque l’uomo della società dei consumi agisce nel “come se”, è un feticista in pratica non in teoria: pratica consapevolmente l’illusione feticista. Nel feudalesimo il rapporto padrone-servo è determinato dal carisma, dalla fascinazione, dalla superstizione. Nelle società capitalistiche, gli individui credono di relazionarsi in chiave speculativa, “alla pari”, ma in realtà sono le “cose” ad essere gravate di misticismo, a “credere al nostro posto” (toh! l’iPhone). Ho fatto questo esempio perché col denaro è semplice. Ma “Legge” o “Amore” o “Natura” possono essere altrettanti validi sostituti. Ecco perché Lacan afferma che la psicoanalisi non è una psicologia. Possiamo trasferire il dolore, l’angoscia e delegare ad Altro ciò che un tempo veniva vissuto come “status” (a ben vedere, questo rimosso era un tempo delegato al Coro della Tragedia), ma di fatto, la realtà sociale è una simulazione: il credere sostiene la fantasia che regola la realtà sociale (il ciarpame catto-giudeo ha costruito su queste eresie religiose uno straordinario strumento di controllo di massa, falsificando il falsificabile, prostituendo il Credo, stuprando i codici iniziatici attivi e rendendo le simbologie “prodotto”, calendario, mercificazione. Il capitalismo è il monoteismo). Kierkegaard scriveva che credere in Cristo perché è saggio e buono è una bestemmia. Occorre dunque credere per credere, come sostiene Pascal, e questa signori miei è la Legge, ciò che Kafka ha mostrato essere l’Incomprensibile, la summa dell’Irrazionale che si fa codice e norma, mascherandosi con le vesti della Ragione (e torniamo al feticismo di cui sopra), di cui il Super Io è istanza che. a sua volta, non può essere integrata SIMBOLICAMENTE dal soggetto (ecco l’enorme patrimonio dell’opera di Guenon).
L’errore che molti commettono è quello di prendere l’apodittica quale centralità. Qui si parla (e in ogni ambito disciplinare, senza esclusioni) solo e sempre di teurgia, roba seria, mica il giochino sterile e facile facile dell’evocazione psicologica del diavolo. Gli islamici sono molto avanti da un punto di vista simbolico. Loro parlano di ”Shirk”, ovvero di associazioni alle potenze divine, non di semplici derivate. Le radici sono tagliate oramai. La teurgia è impossibile. Così come lo è perfino la magia (sua applicazione inferiore). Stiamo arretrando nel processo conoscitivo. Occhio alle insalate matematiche.
Intendo dire che ciò che è “rimasto” delle antiche conoscenze è la magia cerimoniale. L’iniziazione recente (post-seicentesca) parte dall’errore evocativo di cui sopra; gli angeli caduti quali argomento della demonologia e non quale frutto della partecipazione al Principio (ecco perché chi vuole evocare un angelo – ripeto pratica oggi impossibile- si trova spesso davanti a un demone). L’angelo è messo, attributo divino e dunque dell’informale. Ecco perché la cabala parla di “Malaki” il mio angelo. Il problema grosso è questo caro: che l’Occidente ha avuto come lingua sacra solo l’ebraico. La parola d’ordine comunque è Metatron.

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