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Mons. Baturi (Cei): ‘Con Francesco una Chiesa che torna al Vangelo’

Dieci anni di Chiesa di papa Francesco nel segno di un ritorno all’essenziale: il Vangelo . Il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, in una intervista all’Adnkronos, ripercorre i momenti più significativi e toccanti dei dieci anni di pontificato

Dieci anni di Chiesa di papa Francesco nel segno di un ritorno all’essenziale: il Vangelo . Il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, in una intervista all’Adnkronos, ripercorre i momenti più significativi e toccanti dei dieci anni di pontificato a partire da quel ‘buona sera’, quale segno di “prossimità” con cui si presentò al mondo intero. “In questi anni, papa Francesco ci ha offerto un Magistero molto ricco, incarnato nella storia, capace di affrontare i cambiamenti del tempo con uno sguardo profondo, mai astratto. Penso che uno dei tratti fondamentali – osserva il segretario generale della Conferenza episcopale italiana – sia proprio il richiamo a quella dimensione contemplativa che aiuta a vedere le persone e la terra come un dono, da amare e di cui prendersi cura, e non come qualcosa da sfruttare e poi scartare. Se dovessi indicare un tema cardine sceglierei quello della ‘cura’, su cui il Papa insiste spesso e che nell’Enciclica Fratelli tutti ha sviluppato rileggendo la parabola del Buon Samaritano”.

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I momenti più toccanti del pontificato, dice mons. Baturi, sono numerosi “e sono legati soprattutto agli sguardi, alle mani strette, alle carezze, agli abbracci donati alle tantissime persone incontrate alle Udienze generali o nei diversi angoli del mondo. Resta impresso nella mente e nel cuore di ciascuno quel ‘buona sera’, rivolto al mondo poco dopo l’elezione, segno di una prossimità e di un calore con i quali continua ad accompagnarci. E come dimenticare il momento straordinario di preghiera, il 27 marzo 2020, nei giorni bui della pandemia, quando solo in una piazza San Pietro deserta si è caricato sulle spalle la sofferenza e lo smarrimento dell’umanità intera? E poi quelle lacrime per le vittime della guerra in Ucraina, versate l’8 dicembre scorso davanti alla statua della Vergine Immacolata in piazza di Spagna, che ci hanno ricordato quanto sia importante riacquistare la capacità di piangere con chi piange”.

Il segretario generale della Cei ha un ricordo personale di Bergoglio, legato alla fase più acuta della pandemia. Ricorda così “la sorpresa e la gioia nel ricevere una sua lettera autografa per il 650esimo dell’arrivo del simulacro di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari. Era la fine di marzo del 2020, vivevamo tutti un momento di sofferenza e faticosa trepidazione per il diffondersi del virus. Quella lettera fu una carezza, un gesto di tenerezza per la comunità cagliaritana e per la Sardegna, una benedizione particolare che porto nel cuore”.

Bergoglio per cosa passerà soprattutto alla storia? “E’ una pagina aperta, quindi ancora da scrivere. Già sin d’ora però – dice il Segretario generale della Cei – possiamo dire che sarà senz’altro ricordato per la sua capacità di entrare nella storia delle vicende umane, di accompagnare il cammino delle comunità.

 

Va in questa direzione anche il suo impegno per un rinnovamento sostanziale della Chiesa, a partire dalle sue strutture, e per un ritorno all’essenziale: il Vangelo”.

 

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