Si è conclusa circa un mese fa l’esperienza in Guinea-Bissau organizzata dal gruppo “Amici
delle Missioni”. A guidare il piccolo gruppo il diacono permanente della diocesi di Acireale
Sebastiano Genco, fondatore ed animatore dell’associazione acese che ha celebrato il 26°
anno di servizio.
Insieme a Genco in missione nello stato africano sono andati il geometra Matteo Rizzo e
l’architetto Roberto De Grazia. Nobile l’intento: concretizzare con il governo locale
l’accordo per realizzare i moduli ospedalieri necessari alla comunità, in particolare il reparto
di maternità.
La questione nascite in Africa è un problema radicato. Nell’Africa rurale, ben distinta dal
turismo e dai suoi centri, natalità e mortalità vanno quasi corrispondenti. I dati di Save the
children Italia riportano infatti che, seppur è vero che i paesi africani sono segnati da
esplosioni demografiche, le complicazioni nella gravidanza e nel parto proprio in Guinea-
Bissau portano alla morte 1.100 donne ogni 100.000 nati vivi.
Un numero preoccupante e tristemente in crescita che ha incoraggiato i volontari
dell’associazione ad intervenire per la realizzazione di un ospedale. Come previsto
dall’accordo sarà il governo locale a farsi carico delle attrezzature sanitarie e del personale
medico da impiegare nella struttura, che sarà realizzata dall’associazione grazie al contributo di volontari e benefattori.
“Le complicanze nella fase della gestazione e del parto sono innumerevoli. Non solo il
rischio di un parto prematuro, ma anche le infezioni e le malattie che possono contrarre le
donne sono tante: l’AIDS in primis, ma anche malaria e polmonite sono motivo delle morti
materne. Cause che si potrebbero prevenire con pochi accorgimenti, che nel mondo sono
ovvietà ma in questa terra sono un lusso. – dichiara Sebastiano Genco –
E’ importante avere del personale specializzato in sala parto e facilitare l’accesso a cure in fase della maternità ed anche in post nascita. Noi ci impegniamo perché a tutte le donne sia data la possibilità di vivere serenamente la gravidanza. Diventare madre e dare la vita è sempre un dono, in qualunque parte del mondo questo accada. Renderla un’esperienza serena è un dovere morale che ciascuno di noi deve riconoscere e sostenere.”
Il progetto dell’ospedale non è l’unico dell’associazione. Nel ventennio di servizio in Africa,
grazie alla collaborazione con suore e sacerdoti missionari, guidati dal vescovo guineano
Mons. José Campate, sono stati realizzati pozzi, scuole e centri per la salute. Senza
dimenticare la promozione delle adozioni a distanza e i progetti per il sostegno scolastico ai
ragazzi più volenterosi, con la realizzazione di borse di studio atte a rendere merito al loro
impegno.
Le attività che si propone l’associazione non hanno però la loro conclusione in questa
esperienza, che al contrario sa dare motivazione e slancio verso nuove iniziative.
I volontari dell’associazione torneranno infatti in Africa nel prossimo mese di febbraio, per
portare ancora il loro aiuto attraverso la realizzazione di nuovi pozzi e nuovi centri per il
miglioramento della vita della popolazione locale.