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Sequestrati oltre 21.000 giocattoli per bambini e materiali elettrici non sicuri

I militari del Comando Provinciale della G.di F. di Catania hanno eseguito un intervento nel settore della sicurezza prodotti e della conformità della marcatura CE sequestrando oltre 21.000 prodotti non conformi, costituiti da materiali elettrici di varia natura nonché giocattoli per bambini.

CATANIA – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, nell’ambito dell’intensificazione del dispositivo posto al contrasto all’economia illegale e sommersa, hanno eseguito un intervento nel settore della sicurezza prodotti e della conformità della marcatura CE attestante la qualità degli articoli posti in esposizione al pubblico, sottoponendo a sequestro oltre 21.000 prodotti non conformi, costituiti da materiali elettrici di varia natura nonché giocattoli per bambini.
I Finanzieri della Compagnia di Caltagirone, in particolare, hanno ispezionato una ditta individuale gestita da un cittadino cinese, sita nel Comune di Militello in Val di Catania (CT), rilevando tra gli scaffali la presenza di numerosi articoli illeciti, oltre 21.000, poiché non conformi alla normativa Comunitaria in materia di sicurezza prodotti che sono stati immediatamente ritirati dal mercato e posti sotto sequestro amministrativo.

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Tale risultato ha permesso dunque di smantellare un importante impianto di approvvigionamento di prodotti non sicuri pronti per la successiva immissione in commercio interrompendo il “moltiplicare d’illegalità” che alimenta i circuiti più disparati come il lavoro nero e irregolare, l’evasione fiscale e contributiva e la stessa contraffazione generando danni, oltre che ai titolari di diritti, anche al corretto funzionamento delle dinamiche del mercato.

Durante l’intervento, le Fiamme Gialle calatine hanno riscontrato la presenza di una lavoratrice italiana subordinata irregolare “in nero” la quale avrebbe prestato la propria opera lavorativa nell’attività di vendita ispezionata da oltre 3 anni ricevendo solo pagamenti in denaro contante.

Al termine delle attività, l’imprenditore cinese è stato segnalato alla Camera di Commercio di Catania per la successiva irrogazione di una sanzione amministrativa fino ad un massimo di € 80.000, nonché all’INPS per le successive contestazioni in materia di lavoro irregolare e per i pagamenti stipendiali non tracciati dovuti alla dipendente.

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