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San Gregorio: “La Sicilia, una regione a misura di famiglia?”

SAN GREGORIO (CT) – Un interessante convegno, inserito nel Festival della Famiglia di questi giorni a San Gregorio, si è tenuto oggi nell’Auditorium comunale. Tema: “La Sicilia una regione a misura di famiglia? Modello di accoglienza e di integrazione interculturale e religiosa”. Al centro dell’incontro il benessere della famiglia e di conseguenza della società. Ad aprire i lavori, ringraziando gli intervenuti, il sindaco, Carmelo Corsaro, che ha voluto questa “tre-giorni” incentrata sulle politiche della Famiglia, coinvolto dal Network Family della Provincia autonoma di Trento. «La famiglia è un settore trasversale – ha sottolineato – che investe tutti gli altri settori che il Comune gestisce e dal quale non si può prescindere». Soddisfatto per la Convention di ieri il sindaco ha subito dato la parola agli illustri ospiti. A parlare del continuo salasso delle risorse umane in Sicilia è stato Dario Micalizio, presidente Forum delle Associazioni Familiari Sicilia, che «fra la mancata natalità e flusso migratorio – ha detto – nel 2020 la Sicilia ha perso oltre 41.000 unità.

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Gli immigrati – ha continuato – non possono colmare questo vuoto anche perché se nello stesso anno sono nati 1.600 bambini stranieri altri 5.000 immigrati sono andati via dalla Sicilia verso il Nord o l’estero. Se continuerà così – ha concluso – non vi sarà più Welfare, non si potranno garantire le pensioni, la Sanità». Allarmanti le dichiarazioni di Micalizio ma vere e sostenute da dati scientifici. Ma allora cos’è che non va in Sicilia? Il sistema ha interrotto la sua connessione? E la politica che ruolo svolge in tutto questo?

A chiamare in causa proprio i politici è stato subito mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania: «Credo siano rimaste le religioni che come una “spina al fianco” ricordano a chi fa politica sociale che è necessario prendersi cura della famiglia. C’è afasia – ha continuato Renna – difficoltà a pronunciare la parola famiglia nel mondo politico forse perché la si vede sotto un’ottica ideologica mentre in realtà è antropologica». Per sua eccellenza il Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, «si assiste oggi ad un grave disagio giovanile. Forse aggravati dalla pandemia i giovani hanno assunto atteggiamenti negativi che vanno dall’uso di alcol a quello di droghe, agli atti di bullismo e di vandalismo per non parlare di femminicidi e stupri. Secondo i dati Istat – ha continuato il Prefetto – 8 ragazzi su dieci soffrono di depressione e ciò indipendentemente dalla zona nella quale vivono e dal ceto sociale. Quindi, c’è mancanza – ha concluso il prefetto Librizzi – di riferimenti sani e di modelli attrattivi. Per questo in Prefettura abbiamo istituito un Osservatorio che sta monitorando questi fenomeni».

 

Per l’Imam Kheit Abdelhafid, presidente della Comunità islamica di Sicilia «Sulla famiglia ci aspettano sfide grandi – ha detto – che dobbiamo affrontare insieme perché credo nella collaborazione, nel dialogo e nel confronto. Credo che lavorando bene – ha concluso – potremo donare alla società individui utili per un futuro di pace e d’amore».

L’intervento del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, è avvenuto da remoto, per telefono ma è stato ugualmente efficace e fruttuoso: «Ci siamo preoccupati del perché le culle sempre più vuote e le case di riposo sempre più piene e di quali fossero le angosce delle giovani coppie che non riescono in serenità a progettare un futuro. In questi anni abbiamo lavorato con interventi diretti e indiretti. Abbiamo bisogno di nuove infrastrutture sociali. Tutti, Stato e Regioni abbiamo il dovere di mobilitarci perché la famiglia possa ritornare al centro degli interessi sociali». A conclusione Dario Micalizio ha chiesto al presidente Musumeci un Protocollo d’intesa tra Regione Sicilia e Provincia di Trento per importare le buone prassi e invertire il trend negativo siciliano. Musumeci ha dato la sua disponibilità e San Gregorio potrebbe diventare il primo Comune siciliano ad aver avviato queste modalità.

A conclusione il pastore della Chiesa Evangelica siciliana, Salvo Bonaccorsi, ha chiosato: «Oggi viviamo ciò che hanno seminato coloro che ci hanno preceduti, cosa non ha funzionato?». I figli sono la proiezione dei padri.

 

 

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