CATANIA – «La Sicilia ha bisogno di infrastrutture e ha imprese capaci di realizzarle anche in momenti difficili come quello in cui ci troviamo. Può sembrare un’affermazione scontata – ha dichiarato Giuseppe Piana, presidente Ance Catania – ma le notizie apparse in merito all’avanzamento dei lavori del cantiere Tangenziale Ovest-Asse dei servizi, riaccendono polemiche, mettendo in discussione le capacità delle nostre imprese, senza guardare alle cause dei ritardi e alle possibili soluzioni da mettere in campo». Il presidente dei costruttori etnei fa riferimento alle dichiarazioni rilasciate in questi giorni dall’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana Marco Falcone, relativamente ai lavori Anas che interessano la nuova rotatoria per il miglioramento della connessione viaria, in cui si parla di “rescissione del contratto e riaffidamento dell’opera” per i ritardi riscontrati.
«Ci stupisce la reazione dell’assessore Falcone, che sappiamo invece essere sempre attento e animato da spirito volto alla soluzione dei problemi, e non alla loro esasperazione – continua Piana – al fianco delle imprese, sempre pronto a cercare risposte a sostegno dell’economia siciliana, l’assessore ha anche accolto tempestivamente l’appello da noi lanciato a causa delle restrizioni imposte per contenere l’epidemia Covid-19, disponendo lo sblocco anticipato degli stati di avanzamento dei lavori in deroga ai capitolati d’appalto regionali. Soprattutto adesso, guardiamo ai problemi per trovare le soluzioni: dobbiamo essere orgogliosi delle nostre imprese e delle loro maestranze. Alimentiamo un clima di fiducia, che aiuti a superare le difficoltà e collaboriamo in modo da abbattere le lentezze amministrative e burocratiche. Guardare all’obiettivo – conclude Piana – e, come abbiamo sempre fatto, lavorare per i risultati è l’unico traguardo comune a cui tutti dobbiamo tendere: istituzioni e imprese. Questo è il mio appello all’Assessore Falcone e ad Anas, affinché non passi il messaggio che le imprese edili siciliane siano incapaci e arroccate su posizioni tali da ostacolare la realizzazione delle opere, nonché le uniche a cui imputare le cause dei disagi riscontrati dalla collettività».