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Tributo a Sant’Agata: il Teatro Massimo Bellini celebra la patrona con Bellini e Haydn

CATANIA – «Si rinnova anche quest’anno il tributo che il Teatro Massimo Bellini rivolge alla Patrona e offre alla città, inserendosi a pieno titolo nelle celebrazioni che da secoli rievocano il martirio subito dalla Vergine etnea per non rinnegare la propria fede».  È con orgoglio e devozione che il commissario straordinario Daniela Lo Cascio e il sovrintendente Giovanni Cultrera annunciano il prestigioso evento musicale che mercoledì 2 febbraio alle ore 20.30 vedrà impegnata l’Orchestra del Bellini nell’ormai tradizionale “Concerto in onore di Sant’Agata”, con un sontuoso programma incentrato su musiche di Bellini e Haydn. Sul podio Salvatore Percacciolo, nome di spicco del panorama direttoriale.
Come lo scorso anno, a creare l’atmosfera iniziale sarà la suggestione della melodia belliniana: la sequenza dei brani prevede  le celebri ouverture operistiche che aprono “Il pirata” e “I Capuleti e I Montecchi”, seguite dalla rara e giovanile Sinfonia in re. Musica profana, certo, ma di un figlio insigne della stessa terra di Agata, “la più  grande Santa del Paradiso” , come scrive il compositore che alla Martire fu profondamente devoto. Senza contare che il nonno e il padre di Bellini furono di professione maestri di cappella e autori di musica sacra, genere in cui anche Vincenzo si sarebbe cimentato agli esordi della sua parabola creativa. Spetta così ancora una volta all’autore di “Norma” rendere per primo omaggio alla Santuzza.

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Al rito liturgico appartengono invece “Le sette ultime parole di Cristo sulla croce” di Joseph Haydn, creazione che esalta la Passione del Redentore, in cui s’invera il primo, fondante Martirio della Cristianità. E sacrificio e perdono animano il clima della partitura, che ascolteremo nella versione scritta originariamente per orchestra nel 1787, con il titolo enigmatico “Musica instrumentale sopra le ultime 7 parole di Cristo in croce ovvero Sette Sonate con una introduzione ed alla fine un Terremoto”.

Il lavoro era stato per la precisione commissionato da don José Sáenz de Santa María per la funzione del Venerdì Santo nella chiesa della Santa Cueva di Cadice. Era previsto che il celebrante si soffermasse sulle sette parole (in realtà brevi frasi) che la tradizione cristiana indica come le ultime pronunciate da Gesù. All’enunciazione in latino di ogni parola, e al relativo commento, sarebbe seguito l’intervento musicale. Haydn avverte il peso degli stretti limiti formali a lui imposti: creare sette movimenti lenti (dal Largo all’Adagio),  ognuno della durata di circa dieci minuti. Aggiunge pertanto un’introduzione e un finale dal tempo molto più animato, in contrasto con i precedenti e intitolato “Terremoto”, puntuale citazione dal Vangelo di San Matteo.

Così il Teatro aderisce alla volontà comune di tenere viva la fiaccola delle celebrazioni agatine, nonostante risultino ancora drasticamente ridotte, visto il perdurare dell’emergenza Covid. E lo fa adottando le misure necessarie a garantire la sicurezza sanitaria. A differenza dello scorso anno, per fortuna, l’esecuzione non avverrà a porte chiuse ma con gli spettatori in presenza dal vivo.

«Il  Teatro Bellini – sottolinea il commissario straordinario Daniela Lo Cascio –  glorifica la Patrona nell’ambito e nelle modalità della missione musicale che è propria di un ente lirico. L’iniziativa rientra a pieno titolo tra manifestazioni civiche previste per le feste agatine, che, pur limitate dalla pandemia, rispecchiano l’amore incondizionato della città per una Paladina della Fede universalmente venerata e parte integrante della storia e dei valori del capoluogo etneo».

Come evidenzia il sovrintendente Giovanni Cultrera: «Siamo orgogliosi che il Teatro Bellini s’inserisca istituzionalmente e stabilmente in quel tributo perpemusicale la città dedica alla sua gloriosa Protomartire. Siamo parte di un comune percorso spirituale ed esperienziale, che si nutre anche della bellezza di melodie e armonie. In ciò vediamo un’ulteriore prova della benedicente funzione della musica, che qui si sposa al richiamo della Fede».

È il trionfo di un comune sentire quello per cui
la devozione di Catania alla Santa Patrona non si arrende nemmeno di fronte alla contingenza globale. teatromassimobellini.it 

 

 

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