Il genio di Van Gogh raccontato attraverso gli occhi di un artista contemporaneo, con la collaborazione di Jean-Claude Carriere per la sceneggiatura. La ricerca della normalità, che ha tormentato tutta la vita di Vincent van Gogh sempre ai confini con la follia, è al centro dell’interpretazione di Willem Dafoe, che dà il volto all’artista nel film di Julian Schnabel “Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità”, in sala dal 3 gennaio con Lucky Red in associazione con 3 Marys Entertainment, dopo la presentazione in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. Un ruolo che è valso a Dafoe la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile e la candidatura ai Golden Globe 2019 come miglior attore in un film drammatico. Schnabel, in questo caso in qualità di pittore viene prima ancora che di regista, ha firmato un’opera-sfida che pone una domanda: si può raccontare davvero un genio assoluto, un mito dell’arte? “Tutto quello che volevo dire sulla pittura, l’ho detto in questo film e molte cose le ho dette per voce di Van Gogh – ha spiegato a Venezia – tenendo conto che ognuno di noi ha la sua personale visione di quest’artista”.
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