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Conferenza Il Mistero di Argimusco a Biancavilla a cura di Graziella Milazzo

Il 7 gennaio 2020 a Biancavilla alle ore 16.00 presso Villa delle Favare si terrà una conferenza intitolata Il Mistero di Argimusco, le statue favellatrici della via per la corte di Federico III Re di Sicilia.

Dedicata all’altipiano di Argimusco (contrada di Montalbano Elicona), il cui paesaggio si presenta come un bellissimo “teatro” cosparso di rocce che rispecchiano il cielo.

L’Accademia Universitaria di Biancavilla ha invitato la Prof.ssa Graziella Milazzo a parlare della storia del luogo e dei suoi misteri.

Graziella Milazzo è una Storica dell’arte, presidente di Arnau de Vilanova Institute specializzata in Arti visive, che dopo anni di insegnamento si è dedicata anche agli studi antropologici ed etnografici, conseguendo un ulteriore titolo presso la prestigiosa Alma Mater Studiorum di Bologna. Ormai da anni la studiosa si dedica a ricerche sulla storia di Montalbano Elicona e Argimusco; forse ci spiega perché la sua famiglia materna è originaria del posto, forse perché affascinata dalla sua bellezza o forse semplicemente per un sentimento di giustizia intellettuale.

“L’origine di Argimusco in realtà non è più un mistero da molto anni – spiega la Prof.ssa Milazzo – nel saggio ‘Argimusco Decoded’ Paul Devins, con la prestigiosa collaborazione di Alessandro Musco, ha ampiamente spiegato le ragioni per cui le rocce presenti sul luogo sono state manipolate dall’uomo e per quali fini, non comprendo infatti perché taluni studiosi si rifiutino ancora di non accettare l’evidenza, ostinandosi a sostenere che le conformazioni rocciose presenti su Argimusco siano casuali. In Argimusco Decoded con dovizia di fonti storiche e deduzioni logiche è spiegato ampiamente come dietro il posizionamento e la conformazione di alcune rocce segua un progetto. L’idea fu di Arnaldo da Villanova , medico e alchimista,  il cui intento era quello di realizzare un sanatorio all’aperto per curare la gotta di Federico III Re di Sicilia, seguendo le applicazioni della medicina astrale in voga nel medioevo e non solo: “In parallelo con le statue sabee utilizzate da Arnau sulla base dell’insegnamento di Thebit Ibn Qurra e Al Kindi, – scrive Devins – è giunta a noi una tradizione orale secondo la quale Arnau de Vilanova avrebbe realizzato “statue favellatrici. Parafrasando un testo di Piero Aloia direi che anche Argimusco ha il suo ‘codice di pietra’, esattamente così come il rinascimentale Sacro Bosco di Bomarzo (detto anche il Parco dei Mostri).” Durante la conferenza, che verrà ritrasmessa su Youtube, la Milazzo dunque farà un excursus di come Paul Devins ha scoperto che Argimusco sia un sito realizzato nel medioevo, già grazie alla preesistente conformazione rocciosa presente sull’altipiano, oggi naturalmente a causa dell’erosione del vento il codice sembra quasi illeggibile, ma grazie ad alcuni significativi dettagli che non lasciano dubbi sull’intervento umano ogni enigma viene dissolto.

“È proprio grazie al metodo utilizzato da Devins che in questi anni, non solo mi sono convinta che Argimusco sia di origine medievale – spiega ancora la Professoressa – ma ho potuto constatare che su Argimusco ci sono ben altre 6 rocce, oltre alle 10 già scoperte da Devins, che rappresentano le costellazioni presenti in cielo in estate, queste sono Boote, l’Orsa Maggiore, La Chioma di Berenice, la Corona Boreale, la Lira (già menzionata da Devins) e lo Scudo, quest’ultimo resta però un enigma dato che nel medioevo questa costellazione non era ancora stata scoperta”.

Non vogliamo anticipare troppo, possiamo invece invitare i nostri lettori a partecipare a questa interessante conferenza, lasciando a ciascuno la libertà di credere ancora che Argimusco sia stato scolpito dal vento, la storia d’altronde è fatta sia da dedita ricerca che da volontà individuali e politiche.

È pur vero che Argimusco resta uno dei luoghi più belli della Sicilia, ma a ciò si aggiunge la sua storia che lo rende per tal motivo unico al mondo un patrimonio inestimabile per la nostra isola, ed è un peccato che pochi si prodighino a valorizzarlo e a tutelarlo; oggi il luogo è pressoché abbandonato e in pochi sanno come arrivarvi.

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