
25 Novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Ma il 25 Novembre dovrebbe essere una quotidianità, una lotta senza pausa, senza paura, giorno per giorno, perché ancora troppe sono le donne che abbandonano la vita per mano di un uomo, di una relazione, di un amore sbagliato.
Quando l’assemblea delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ha scelto questa data, ha voluto ricordare le sorelle Mirabal, uccise il 25 novembre 1960 a Santo Domingo perché si opponevano alla dittatura del regime di Rafael Leónidas Trujillo.
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è frutto della risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999 assunta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nella quale si designa la data del 25 Novembre come ricorrenza internazionale, invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG ad organizzare in quel giorno attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne.
La data del 25 Novembre è intrisa di significati.
Essa segna anche l’inizio dei cosiddetti “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” che precedono la Giornata Mondiale dei Diritti Umani, che si celebra il 10 dicembre di ogni anno.
La celebrazione dei Diritti Umani fu promossa nel 1991 dal Center for Women’s Global Leadership (CWGL) e sostenuti dalle Nazioni Unite, per sottolineare che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani.
Non basta. Il 29 novembre, è il giorno del Women Human Rights Defenders Day (WHRD).
La carrellata di commemorazioni si chiude con il 6 dicembre, anniversario del Massacro dle Politecnico di Montreal nel quale persero la vita 14 studentesse di ingegneria, uccise da un venticinquenne che affermò di voler “combattere il femminismo”.
Per commemorare la lotta alla violenza sulle donne, molti paesi, come l’Italia, hanno aderito alla scelta del rosso, rosso di sangue, rosso d’amore (malato), ed uno degli oggetti simbolo è rappresentato da scarpe rosse da donna, allineate nelle piazze o in luoghi pubblici, a rappresentare le vittime di violenza e femminicidio.
In realtà, l’idea delle “scarpette rosse” è frutto di un’installazione dell’artista messicana, Elina Chauvet, dal titolo, Zapatos Rojos (Scarpe rosse) realizzata nel 2009 ed ispirata all’omicidio della sorella per mano del marito e alle centinaia di donne rapite, stuprate e assassinate.
L’installazione ebbe così tanto successo da essere replicata in moltissimi paesi del mondo e da divenire simbolo della giornata di oggi.
Ma ogni giorno una scarpetta rossa è vittima di violenza. Nel 2022, sin qui, si registrano 124 donne uccise.
Non basta più un solo 25 Novembre.
Lavoriamo insieme per un 25 Novembre che duri tutto l’anno.