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Ucraina: Rai, sospesi i servizi giornalistici dalla Russia

Roma, 7 mar. (Labitalia) – “In seguito all’approvazione della normativa che prevede forti pene detentive per la pubblicazione di notizie ritenute false dalle autorità, a partire da oggi la Rai sospende i servizi giornalistici dei propri inviati e corrispondenti dalla Federazione Russa”. Lo comunica in una nota Viale Mazzini, sottolineando che “la misura si rende necessaria al fine di tutelare la sicurezza dei giornalisti sul posto e la massima libertà nell’informazione relativa al Paese. Le notizie su quanto accade nellaFederazione Russa verranno per il momento fornite sulla base di una pluralità di fonti da giornalisti dell’Azienda in servizio in Paesi vicini e nelle redazioni centrali in Italia”.

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“Prosegue sui quotidiani un inaccettabile tiro al bersaglio contro Marc Innaro. Se qualcuno vuole la sua sostituzione abbia almeno il coraggio di dirlo apertamente e ne spieghi le ragioni. L’attacco della politica al corrispondente della Rai da Mosca, mentre infuria la guerra, appare oggi strumentale e pericoloso. E avviene in un momento in cui a Mosca il regime approva leggi bavaglio e rafforza il controllo e le sanzioni nei confronti della libera informazione”, si legge in una nota congiunta Fnsi-Usigrai, a proposito degli attacchi arrivati da più parti al corrispondente Rai da Mosca, Marc Innaro, accusato di essere filorusso.

 

Marc Innaro, capo dell’ufficio di corrispondenza Rai di Mosca, sta organizzando il rientro di tutti gli inviati in Italia, dopo la decisione di Viale Mazzini di sospendere i servizi giornalistici dallaRussia in seguito alle limitazioni previste dalla nuova legge approvata dalla Duma. “Siamo sei giornalisti – spiega Innaro all’Adnkronos – due corrispondenti, io e Sergio Paini, e quattro inviati che sono in giro per il Paese. Gli inviati, sulla base delle disposizioni Rai, devono rientrare in Italia, mentre noi corrispondenti possiamo scegliere se rimanere qui o tornare, ma siamo stati messi in ferie da oggi”. La decisione della Rai arriva dopo la nuova legge varata dalla Duma, il parlamento di Mosca, che prevede pene detentive fino a 15 anni per chi diffonde notizie sulla guerra ritenute “false” dalle autorità russe. Una legge che ha fatto prendere analoga decisione ad altri broadcaster come ad esempio la Bbc, la Cnn e Zdf.

 

 

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