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Inaugurato “Il giardino del ricordo” a Misterbianco: la cremazione una tradizione antica diventata attuale

La cremazione come scelta per la conservazione delle proprie spoglie

(Fonte facebook) È stata inaugurata la struttura all’interno del cimitero comunale di Misterbianco che accoglie il crematorio con annesse la sala delle cerimonie, la sala veglia gli uffici ed i servizi e le sale che ospitano i forni e l’ampia cella frigorifera.

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A tagliare il nastro della nuova struttura il Commissario straordinario del Comune il dott. Salvatore Caccamo ed il dott. Mario Ballerini, presidente della SAIE S.p.A. che ha realizzato l’impianto in projet financing e della società Misterbianco Cremazioni che lo gestirà.

L’impianto operativo dallo scorso luglio sorge su due livelli e con uno spazio esterno denominato “il giardino del ricordo” ed attualmente ha un potenziale di dieci cremazioni al giorno.

Il crematorio realizzato con le nuove tecniche servirà l’intera regione Siciliana ed ultimamente ha collaborato con la città di Palermo, che alla cerimonia di inaugurazione era rappresentata dall’assessore ai Cimiteri Antonino Sala.

Alla cerimonia era presente anche la sede catanese dell’associazione So.Crem. che condivide gli obiettivi ed i principi etici e morali della cremazione.

Il mondo dei Greci e dei Romani ci ha lasciato usi e costumi, tra cui la tradizione della cremazione, una pratica antica che è stata riscoperta e valorizzata. Nell’antichità era il rito più diffuso per celebrare i defunti portando con sé profondi significati. Con  il rogo funebre, si conquistava il favore degli dei e si lasciava che lo spirito della persona morta potesse liberarsi dal corpo. La Chiesa cattolica è favorevole alla cremazione, ma non è concessa la conservazione dell’urna in casa o la dispersione delle ceneri nella terra, in acqua o nell’aria. Si eviterebbe così la possibilità di dimenticanze il mancato rispetto, che potrebbe avvenire una volta passata la prima generazione, oppure subire pratiche strane o superstiziose. Altra proibizione riguarda che le ceneri non si possono dividere tra nuclei familiari assicurando il rispetto e le giuste condizioni di conservazione. È vietata la conversione delle ceneri come ricordi commemorativi, o pezzi di gioielleria per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista. Le altre religioni monoteiste sono contrarie alla cremazione. Ma poi ognuno dovrebbe poter scegliere il modo più giusto di conservare i propri resti. Credente o non credente che egli o ella sia il tabù della morte andrebbe affrontato già nella vita, mentre il nostro scopo quotidiano e voluttuario è quello di dimenticarci di questo stato, di questo cambiamento o del passaggio, se così si può dire, ad un’altra dimensione. Ma come diceva Epicuro “La morte, il più atroce di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c’è, e quando c’è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c’è, i morti non sono più. Invece la gente ora fugge la morte come il peggior male, ora la invoca come requie ai mali che vive”.

 

 

 

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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