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God save the queen: da anarchica a monarchica

Quando una “donna”, che ha avuto un Primo Ministro come Winston Churchill, diventa Elisabetta II per “caso”, regina del “regno più importante e famoso del mondo occidentale, dopo l’Impero Romano”

Quando l’ho saputo stavo cenando. Ho cominciato a piangere e da allora non ho più smesso. Anche ora che sto scrivendo l’articolo sono commossa. Un mio collega mi ha detto: “Ma come tu che sei anarchica piangi perché è morta la regina di Inghilterra?

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“Da anarchica a monarchica”, spiego io “il passo è breve!” Ma tu lo sai che Elisabetta II ha conosciuto e praticato Winston Churchill? Ma tu hai visto la serie “The Crown” su Netflix? Io l’ho vista tre volte e ancora non mi capacito che nel frattempo se la vedeva pure Elisabeth II o meglio Lilibeth come la chiamavano nell’intimità. La serie che Lei forse aveva autorizzato e forse no! Ecco prima di parlare senza sapere, tipico del “catanese medio che una cosa se non la sa te la spiega, prima di parlare della regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri reami del Commonwealth dal 1952 al 2022, bisogna sapere delle cose. Almeno a livello basico. Nel 1947, per amore, sposa il bellissimo principe Filippo Mountbatten, avendo inizialmente contro tutta la famiglia reale. Dal principe ha avuto quattro figli, divisi in due periodi. I primi due subito gli altri due, per sua richiesta a distanza di dieci anni: Carlo, principe di Galles e poi suo successore, oggi re Carlo III,  Anna, principessa reale, Andrea, duca di York, ed Edoardo, conte di Wessex. Diventa regina alla morte di suo padre e viene incoronata il 2 giugno 1953 nell’Abbazia di Westminster. Nella durata del suo regno è stata protagonista di cambiamenti fondamentali come la devoluzione del potere nel Regno Unito, la vicenda del rimpatrio della costituzione canadese e la decolonizzazione in Africa con il rafforzamento del Commonwealth delle nazioni di cui è stata Capo. Sono stati suoi sudditi circa 150 milioni di persone nel mondo, perchè era stata anche regina di Antigua e Barbuda, Australia, Bahamas, Belize, Canada, Grenada, Giamaica, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Isole Salomone e Tuvalu. Era governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra, la chiesa anglicana fondata dal suo avo, in senso monarchico, Enrico VIII dei Tudor, perché Lei invece, era di origine tedesca: ai tempi di Vittoria i reali britannici, già scarseggiavano, “fortunatamente”, i reali accoppiandosi tra loro avevano sempre delle riserve fertili! Come sovrana del Regno Unito, ha nominato 15 primi ministri; senza considerare i primi ministri e i governatori degli altri stati membri del Commonwealth. Il suo regno è durato 70 anni e 214 giorni ed è stato il più lungo della storia britannica, avendo superato il record precedente detenuto dalla sua trisavola Vittoria, e il secondo più duraturo della storia tra quelli che sono stati storicamente accertati, dietro solo al regno del Re Sole, e cioè Luigi XIV di Francia. Tutto questo nacque a causa dell’abdicazione di suo zio Edoardo VIII, che causò una crisi costituzionale chiedendo a Wallis Simpson, un’americana che aveva divorziato dal suo primo marito e stava cercando il divorzio dal suo secondo. Quindi Elisabeth ereditò il suo trono dal padre che non sarebbe dovuto diventare re e quindi Lei tantomeno diventare regina: ma per amore e devozione dello zio nei confronti della Wally, superdivorziata che voleva sposare nel 1937, Lei diventò regina, e venne educata come tale. Fosse stato oggi, Edoardo avrebbe potuto sposare tranquillamente la sua Wally, che poi in tempi moderni la nostra Elisabeth II, ne ha viste di tutti i colori tra matrimoni e divorzi ma allora erano altri tempi, la religione anglicana in qualche modo soggiaceva all’opinione pubblica protestante e luterana. E forse anche cattolica-cristiana . E “fortunatamente” la sua “cara” nuora Diana Spencer, la prima moglie di suo figlio Carlo, è morta in un momento opportuno, ma questa è un’altra storia. Visto che Carlo non aveva potuto sposare la sua amante divorziata, la famosa Camilla, che poi ha sposato e che oggi si ritrova ad essere la principessa consorte del re Carlo III.
Ma nel 1937, nonostante la liberalità inglese dei secoli precedenti, ricordiamo che Enrico VIII, quello delle sette mogli, aveva creato la religione anglicana come scisma dalla religione cattolica per poter sposare Anna Bolena, visto che la sua moglie precedente, era viva, per cui i re che volevano cambiare moglie, erano sempre sottoposti ad una sorta di spada religiosa. In realtà lo zio Edoardo doveva abdicare perché, come poi è successo, non avrebbe potuto figliare e quindi suo fratello che già aveva “figliato”, anche se “donne”, aveva una discendenza, sennò “il regno” finiva ai Mountbatten, i tedeschi con cui Elisabeth II si era accasata. Infatti il principe consorte Filippo di Mountbatten tramite suo zio “trameranno” con la successione, affinché la Casa reale inglese potesse cambiare nome e assumere quello del marito della regnante, divenendo Casa reale di Mountbatten. Fu il primo ministro Winston Churchill, con la nonna di Elisabetta, Maria di Teck, che si opposero, favorendo il mantenimento del nome Windsor. Così nel 1952, Elisabetta rilasciò una dichiarazione affermando che la Casa reale inglese avrebbe continuato a chiamarsi Windsor. Suo marito il Duca di Edimburgo, dichiarò: “Sono l’unico uomo in tutta la nazione che non può dare il suo nome ai propri figli”. Nel 1960, dopo la morte di Maria di Teck e le dimissioni di Churchill, il cognome Mountbatten-Windsor fu adottato per i discendenti dei coniugi reali sprovvisti di titoli reali.
Ma nonostante tutti gli aggrovigliamenti da un punto di vista politico, amministrativo, dinastico, “The Queen Elisabeth II” resta ed è una icona strutturale, animica, ambientale: considerate che ha conosciuto e fatto Sir pure The Beatles nel 1965.

A differenza di una repubblica, tipo la nostra, dove il capo dello stato viene eletto e rieletto, e se muore non cambia assolutamente nulla, quando muore una regina che è anche capo della chiesa, in una monarchia costituzionale come quella britannica, chi muore è lo spirito e l’anima di una nazione che nell’ambito “sottile”, cioè in una “dimensione eterea” è un’eggregora, dove i regnanti devono “tramandare” il loro spirito e anima essendo governatori e papi del loro regno. Come succedeva ai tempi degli Egiziano, dei Greci e dei Romani.

Ancora una volta gli “anglosassoni” eredi del “mondo classico primordiale” ci insegnano che non c’è differenza tra spirito e materia, unificando i loro “dei” in un’unica dimensione di governance and public policy. Ricordate dalla comunità europea dove hanno sempre mantenuto la loro moneta fino alla Brexit: e Lei era sempre presente vigile e lucida sulla sua Nazione e sui “suoi” possedimenti!!!

Troverete un approfondimento della su Elisabeth II e la storia inglese sul nostro magazine leculture.it

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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