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HomeAttualitàConfimprese Catania e l’impatto del Coronavirus. "Sistema Italia a rischio"

Confimprese Catania e l’impatto del Coronavirus. “Sistema Italia a rischio”

CATANIA – “Sono assolutamente insufficienti le misure prese del Governo per contenere le ricadute economiche da Coronavirus. E soprattutto, quando arriveranno, il Decreto sull’emergenza economica sembrerebbe essere slittato alla prossima settimana, potrebbero essere in grave, gravissimo ritardo, rispetto all’avanzare degli effetti a catena scatenati da Covid 19”. Giovanni Mirulla, presidente provinciale di Confimprese Catania, rilancia in un territorio segnato da una forte criticità economica, la nota di ConfimpreseItalia. “Il Premier Conte ed il suo Governo non tengono nel giusto conto quanto questa crisi, unita a quella strutturale, sia ormai diffusa, non solo nelle zone definite rosse ed arancioni, ma in tutto il Paese. Le nostre Federazioni del turismo e dell’agroalimentare ci riferiscono numeri spaventosi e ci indicano come tutte le filiere siano ormai contagiate. Se Venezia, Firenze, Roma, Milano, Torino e comunque tutte le città d’arte e turismo, contabilizzano disdette e mancate prenotazioni, non si può non considerate che, a caduta, tutto il mondo che ruota attorno al turismo, sia altrettanto colpito. Parliamo di numeri pari ad un volume di affari, a secondo delle gravità dei casi, dell’ordine di -40/-90%. ConfimpreseItalia, da sempre ha dato il suo contributo imparziale e senza sventolare bandiere. Lo ha fatto con il Governi del Centrodestra, del Centrosinistra e anche con gli ‘ibridi’.

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Questa volta ci pare che il concentrarsi solo sulle zone focolaio o nei loro dintorni sia assolutamente insufficiente continuare in questa direzione lo giudichiamo totalmente inadeguato. Occorre non rinviare oltre misure che ormai sono urgentissime per la vita dell’economia nazionale. Quanto potranno resistere, chiediamo al Presidente Conte, le micro, le piccole e le medie imprese già indebolite dalla crisi e dalle speculazioni economiche sulle filiere del made in Italy. Giocare la carta del minimo delle concessioni in deficit da parte dell’Europa, è solo un mezzuccio per rinviare il problema. Serve altro. Serve la responsabilità di allargare la platea dei deboli e non solo sorreggere le aree del contagio, serve ossigeno per tutte le micro, le piccole e le medie imprese nazionali, senza escludere l’immenso patrimonio delle partite Iva.mDunque le misure, così come fatto con le scuole e le università, gli stadi e i musei, è necessario applicare alla lettera e senza distinzioni di regione e località, le stesse cose fatte per alcune aree contagiate del nord.

Non è possibile – conclude la nota di ConfimpreseItalia- affossare, probabilmente in maniera definitiva, il patrimonio nazionale del piccolo e medio imprenditore e dei suoi collaboratori. ConfimpreseItalia farà tutto quanto possibile per tutelare al meglio i suoi associati e tutti coloro che si sentiranno messi in un angolo e sacrificati, da una visione politico-economica miope e senza prospettiva. Questo dovevamo al Governo. Le nostre proposte sono sul tavolo e speriamo che qualcuno recuperi vista e visione dell’attuale congiuntura economica, altrimenti sarà il baratro”.

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