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Pina Spinella e Emilio Casalini ovvero l’estatica rappresentazione di tre amori impossibili: il mito di Aci, Galatea e Polifemo

Acitrezza – Sarà stata l’aria fresca del tramonto sui faraglioni di Acitrezza gustata dal lido Ghenea Beach Club; sarà stata l’antica musica del flauto soave di Federica Fichera ; sarà stata la “presenza reale” della ninfa Galatea (Tiziana Giletto) e della Dea Afrodite (Mariagrazia Cavallaro); sarà stata la fervida immaginazione e la fibrillazione di Ezia Carbone e Lella Pisano, le organizzatrici;

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sarà stata la presenza dell’affascinante e affabulante Emilio Casalini giornalista di Rai tre alla ricerca di miti e leggende della nostra terra per la sua prossima trasmissione, fatto sta che la presentazione del libro di Pina Spinella, peraltro insegnante di splendido candore, con le illustrazioni di Dria, una disegnatrice con un tratto naive di eccezionale lucore, sapientemente editato da Carthago… per cui la presentazione è diventata una rappresentazione, un cult movie di cui la nostra testata dovrà andare fiera.

 

Troverete i video dello spettacolo e la dichiarazione d’amore sulle nostre tradizioni e leggende da parte di Emilio Casalini nei video correlati. Ma quello che ci preme sottolineare è stata la presenza massiccia di un pubblico reattivo (prova ne sia la prontezza con cui abbiamo rigirato la prospettiva delle sedute a causa del mal funzionamento del microfono, di cui ne resterà un aneddoto inenarrabile) attento alle tradizioni sottolineate e narrate in maniera storica dalla giornalista Gabriella Puleo. Esiste pure un museo Casa del Nespolo di cui è responsabile Rita Foti che fa riferimento ai Malavoglia e sue connessioni.

 

E la leggenda che riguarda la storia personale di Polifemo? Ci sono pietre massi scagliati lì di fronte, i Faraglioni e quanto ne sappiamo? Siamo stati narrati in leggende e narrazioni importanti e con indifferenza neanche li guardiamo! Polifemo era uno dei ciclopi. Figlio di Poseidone e di Thoosa una ninfa dei mari. Ci racconta Omero nell’Odissea: “Qui un uomo aveva tana, un mostro, Che greggi pasceva, solo, in disparte, E con gli altri non si mischiava, Ma solo viveva, aveva animo ingiusto. Era un mostro gigante; e non somigliava A un uomo mangiator di pane, ma a picco selvoso. D’eccelsi monti, che appare isolato dagli altri”.

 

Molto assomiglia a tanti personaggi di nostra conoscenza, ma ancora una volta la storia di questo essere “Polifemo” ci interessa da un punto di vista psicologico poiché fa parte di una triste storia d’amore lui innamorato follemente “ciecamente” visto che aveva un occhio solo, magari l’occhio della sapienza, il famoso terzo occhio che stava in mezzo alla fronte, e non una limitazione, ma una “diversa visione”, cerca di adescare la sua ninfa del mare preferita Galatea con il suono di un flauto, ricordiamo che anche la madre di Polifemo era una ninfa, e non corrisposto, decide di ucciderne l’amante, scagliando l’erta dell’Etna sul pastore Aci. Che poi gli dei decidono di trasformare il pastore Aci, il bel figlio di un fauno e di una ninfa del fiume Simeto, in fiume che si immette nel mare per potersi accoppiare per sempre con la sua amata ninfa Galatea. Si tratta di almeno tre amori impossibili: quello di Polifemo, grande brutto e peloso per cui lui risulta uno stolker e omicida dettato dalla possessività di un amore non corrisposto; quello di Galatea per un Aci giovane e aitante pastore. E quello di Galatea nei confronti di Aci. È una storia che ripete senza sosta da migliaia di anni e ancora crea vittime in nome dell’amore, della gelosia e dell’invidia. Sentiamo dalla viva voce di Galatea e Afrodite (dea dell’amore) quello che succede e dove la stessa Afrodite interpreta il ruolo della terapeuta.

 

 

Che cos’era più forte l’odio per il ciclope o l’amore per Aci io non avrei saputo rispondere non c’era alcuna differenza! Quanto è grande il potere del tuo dominio divina Afrodite! Quell’essere crudele ripugnante persino alle selve ecco che all’improvviso prova che cosa sia l’amore dimenticandosi delle sue greggi e delle sue caverne e si preoccupa del suo aspetto di pettinarsi i suoi ruvidi capelli per studiarsi un’aria meno truce, la sete di sangue, la voglia di strage improvvisamente svaniscono e l’amore Galatea ma io amavo Aci…

Afrodite: “È l’amore Galatea, è l’amore…”

Galatea: “Ma io amavo Aci…”

Afrodite: “È l’amore Galatea, è l’amore…”

Nessuno vuole giustificare l’atto di Polifemo ma la metafora odierna persiste sui fatti di cronaca che nessuna leggenda può cancellare in nome di un sentimento così ambizioso e ambiguo come l’Amore e l’opera di Pina Spinella potrebbe diventare a suo modo, soprattutto per le giovani generazioni, una forma di educazione affettiva sentimentale dove l’Amore, anche malato e disturbato riesce a contenere e risolvere qualsiasi tipo di violenza e molestia anche quando non è corrisposto.

Il testo di Tiziana Giletto è concesso in licenza gratuita per la pubblicazione e la conseguente divulgazione al giornale on line siciliareport.it quindi protetto dal diritto d´autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. È quindi assolutamente vietato pubblicare, copiare, appropriarsi, ridistribuire, riprodurre qualsiasi frase, contenuto o immagine.

 

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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