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Comitato Cittadino Vulcania: “Il Comune fermi il 5G. Danni per la salute. G2 G3 G4 G5: far west sui tetti!”

Il 5G è una risorsa per la tecnologia, ma secondo il Comitato Cittadino Vulcania, e non solo, è dannosissimo per gli esseri umani, soprattutto per colpa delle tante microantenne che dovranno essere installate sul territorio, per non considerare già quelle esistenti e in corso di installazione.
Il Comitato da diversi anni affronta la questione invitando l’Amministrazione comunale a non sottovalutarla. Ha proposto, recentemente, una mozione al Consiglio comunale e presentata grazie al consigliere Daniele Bottino, inserita all’ordine del giorno del Consiglio il 19 giugno scorso. La mozione ha per oggetto “l’esame ed espressione di parere sull’applicazione del principio di precauzione, prevenzione e salute pubblica relativamente alle B.T.S. (Stazione Radio Base), esposizione ai campi elettromagnetici, moratoria 5G, pianificazione territoriale urbanistico e redazione di un Regolamento Comunale.” Bene, la mozione non è stata discussa e affrontata, perché alcuni signori consiglieri, dopo qualche ora all’apertura del Consiglio, sono andati via e per mancanza di numero la seduta è stata sciolta. Tutto rinviato. Si continua a sottovalutare la questione! Tutto questo, naturalmente, senza prestare attenzione ai possibili effetti nocivi che tale tecnologia potrebbe avere sulla salute pubblica.
Interviene la presidente del Comitato, Angela Cerri: “Il messaggio che vogliamo dare è che ci sono evidenze sulla correlazione tra onde elettromagnetiche e malattie cancerogene. Noi diciamo solo di fermarsi, per il momento, prima che sia troppo tardi, solo per fare degli studi e approfondire scientificamente, dimostrando e dando risposte. Se ci dimostrano scientificamente che non fa male siamo contenti e la questione si chiude. Però, finché non ci saranno degli studi e delle analisi, indipendenti, noi andremo avanti con la campagna di informazione e sensibilizzazione sul problema. Un tema di grande attualità che ha attirato un numeroso e interessato pubblico. Noi continueremo con la nostra campagna di sensibilizzazione, andando a parlare con sindaci e amministratori, oltre che con i cittadini. Nei mesi scorsi sono stati organizzati convegni sia a Catania che Adrano, con esperti di fama internazionale in materia di tutela dall’inquinamento elettromagnetico. Si sono incontrati alcuni Sindaci dei comuni etnei e i cittadini per discutere sull’importanza di una regolamentazione volta a proteggere il nostro territorio divenuto ormai terra di conquista per la sfrenata ed incontrollata installazione di Stazioni Radio Base per telefonia mobile. Sono state occasioni per fornire informazioni utili alle amministrazioni e ai cittadini. Inoltre, in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania, il Comitato Cittadino Vulcania sta portando avanti un progetto di studio e di ricerca sull’individuazione dei luoghi della mappatura delle installazioni degli hotspot wi-fi e attività di controllo e monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche nel quartiere Borgo-Sanzio, della città Metropolitana di Catania, preso come campione studio.
Da anni il Comitato segue la tematica a tutela della salute dei cittadini ma sinceramente, nonostante i tanti riferimenti e dati scientifici, non ci saremmo aspettati da parte delle istituzioni delle comunicazioni video o fake news, che a nostro parere vanno a favore di interessi privati. Non è ammissibile che il settore delle telecomunicazioni immetta sul mercato prodotti e servizi wireless privi di test preliminari sugli effetti per la popolazione esposta. Il dato sconcertante è che il danno agli esseri umani e all’ambiente delle RF è già stato provato ancor prima che venisse proposta la rete 5G. Tantissime petizioni e appelli da parte di scienziati internazionali, tra cui l’Appello di Friburgo firmato da oltre tremila medici, hanno provocato una sospensione dell’espansione della tecnologia wireless e una moratoria sulla nuove stazioni base. Nel 2015, più di duecento scienziati di quarantuno paesi hanno comunicato il loro allarme all’ONU e all’OMS e hanno affermato che numerose pubblicazioni scientifiche recenti hanno dimostrato che i campi elettromagnetici (EMF) colpiscono organismi viventi a livelli ben al di sotto dei livelli limite indicati dalla maggior parte delle linee guida internazionali e nazionali. Studi scientifici internazionali dimostrano la pericolosità ma vengono VOLUTAMENTE IGNORATI!
Con tutto ciò, ancora più sconcertante è l’articolo pubblicato sul quotidiano “La Sicilia”, lo scorso 1 luglio in occasione della “Giornata europea dello sciopero del cellulare e Disconnessi Day”, in cui il Comune di Catania dichiara che va in corsa per portare avanti il progetto 5G nei quartieri della città di Catania.
Si continua ancora ad ignorare il problema!
Secondo le istituzioni il 5G è una tecnologia che, nel giro di pochi anni, potrà cambiare radicalmente le nostre vite, offrendoci servizi migliori e soluzioni innovative in diversi campi, dalla medicina ai trasporti.
Ma qual è il prezzo da pagare? la salute dei cittadini e l’inquinamento elettromagnetico ambientale.
Si sta spingendo verso un cambio epocale in cui saremo H24/D7/G365 immersi in un campo magnetico permanente a frequenze anche di 3.4 milioni di volte più alte della frequenza naturale terrestre. Le nuove emissioni dei sistemi 5G andranno a sommarsi alle emissioni di tutte le tecnologie precedenti 2G, 3G, 4G, 4.5G e la valutazione va fatta considerando le emissioni nella loro completezza. Manca completamente un piano di dismissione delle tecnologie più obsolete che resteranno operative e a cui la nuova tecnologia andrà ad aggiungersi.

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L’elettrosmog è un rischio ignorato dall’Amministrazione, bisogna monitorare e limitare! Ci chiediamo quale attenzione da parte del Comune sia stata riservata alla questione. E’ necessario un monitoraggio sull’intero centro urbano, non solo alla base dei tralicci, ma anche nelle aree adiacenti e soprattutto nei piani alti dei palazzi vicini. Pur non essendo obbligatorio, è doveroso dotarsi di uno specifico piano comunale che impedisca l’antenna selvaggia. Pertanto sulla questione dell’incremento degli hot-spot per la connessione senza fili ad internet, è indispensabile avere cautela.
La salute viene prima di tutto!
Va pertanto applicato rigorosamente il cosiddetto Principio di precauzione, rimandando inderogabilmente l’uso delle tecnologie fino al momento in cui venga dimostrata la loro assoluta innocuità nei confronti della salute umana e di tutti gli esseri viventi. Se i piani per il 5G delle industrie delle telecomunicazioni andranno in porto, le persone, gli animali e le piante sul pianeta non saranno in grado di evitare l’esposizione, ventiquattro ore al giorno, trecentosessantacinque giorni all’anno. I livelli di radiazioni RF saranno da decine a migliaia di volte più alte di quelle attuali, senza alcuna possibilità di rifugiarsi in nessun luogo del pianeta. La politica deve sempre porsi l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini e la tutela della salute fa parte degli obiettivi primari di cui è necessario farsi carico. A tal scopo, ogni processo innovativo e ogni tecnologia non possono essere esenti da una verifica preventiva e indipendente degli effetti sulla salute e sull’ambiente. Pertanto, è necessario introdurre azioni a tutela che consentano di poter misurare gli impatti sanitari e ambientali della tecnologia e si deve finalmente attuare un processo di educazione ambientale volto non solo a far comprendere i potenziali rischi di una tecnologia dislocata in assenza di verifiche sanitarie ma anche a definire come poterla eventualmente utilizzare per non esserne vittime.

Il Comitato, per l’ennesima volta, invita e sollecita l’Amministrazione comunale a non sottovalutare il problema, nell’interesse generale guardando anche alle generazioni future, e di adoperarsi fattivamente e con tempestività per intraprendere le giuste precauzioni sull’individuazione dei luoghi della mappa delle installazioni degli hotspot wifi nella città di Catania e riconoscere il problema dell’elettrosensibilità non solo per l’impatto economico e sociale ma anche soprattutto sanitario.”
Comunicato integrale del Comitato cittadino Vulcania (ndr).

 

 

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