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Colao (Fism): “Per digitalizzazione serve alfabetizzazione di medici e pazienti”

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(Adnkronos) – “Il periodo di lockdown per il Covid ha accelerato moltissimo la digitalizzazione della salute. Ci troviamo oggi però a non riuscire a coprire tutta la popolazione, sia da un punto di vista sanitario, cioè del personale sociosanitario, ma anche da un punto di vista dell’alfabetizzazione digital dei pazienti. Abbiamo poi bisogno di fornire delle nuove professionalità in campo medico e sociosanitario che usino correttamente la strumentazione digitale”. Così Annamaria Colao, past president Società italiana di enocrinologia e consigliere Fism, Federazione delle Società medico-scientifiche italiane, spiega all’Adnkronos i contenuti del convegno organizzato dalla federazione, che si svolge oggi al ministero della Salute, dedicato all’evoluzione della sanità nel contesto della trasformazione digitale e dell’intelligenza artificiale.  

L’obiettivo è individuare “in che direzione dobbiamo muoverci – chiarisce Colao – Per il medico, quali sono le competenze che deve acquisire per essere sempre più adatto al mondo dell’intelligenza artificiale, che certamente ci permetterà di fare meno errori. La professione medica si basa sull’esperienza quindi ha una componente molto forte della professionalità individuale. L’intelligenza artificiale ci aiuterà a rendere tutto questo percorso articolato molto più uniforme, in modo che, ci troviamo sulle Alpi o ci troviamo e al mare, possiamo ricevere lo stesso livello di qualità di diagnosi e di terapia”.  

Sulla necessità della formazione digitale, l’esperta osserva che “l’anziano oggi è abituato al telefono, alla comunicazione verbale, al contatto diretto che ha un consumo di tempo che non siamo più in grado di fornire a tutti. Serve quindi alfabetizzare delle persone un po’ più anziane per renderle sicure dell’utilizzo della tecnologia. Questo – sottolinea Colao – è l’obiettivo verso cui dobbiamo muoverci perché c’è una quota di anziani che ha l’incertezza” sul fatto “che il messaggio mandato attraverso il web, attraverso un messaggio mail o WhatsApp, non arrivi davvero. Per la persona anziana c’è bisogno di conforto, della rassicurazione che quel messaggio non è perso, ma arriverà – conclude – nel modo giusto nelle mani giuste”.  




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